Siamo donne, non solo madri,
mogli, figlie, domestiche, schiave. Siamo donne e dobbiamo gridarlo.
Ogni giorno si legge di donne, come noi tutte, che subiscono
violenze, dentro e fuori le nostre case, ma raramente si legge di
come veniamo trattate e considerate dalla società, dalla cultura,
dai nostri mariti e compagni, dai nostri padri, dai nostri fratelli,
dai nostri figli o dai datori di lavoro. Spesso per questi uomini
siamo persone da controllare, in casa e fuori: ci allontanano dalle
nostre amicizie perché non concepiscono l’idea che possiamo avere
una vita privata al di là del rapporto con loro, ci controllano il
cellulare e la mail, ci ricordano continuamente i nostri doveri
all’interno della casa. Per loro e per i giornali la nostra voce è
tenuta soffocata, i nostri corpi celati dietro la loro vita.
Basta! Gridiamolo tutte!
Quando denunciamo le violenze
subite entriamo in un programma di protezione veniamo strappate dalla
nostra vita, rinchiuse in strutture protette a chilometri di distanza
dal nostro quotidiano,costrette a ricostruirci una vita per noi
stesse e, talvolta anche per i nostri figli, totalmente nuova.
Gridiamo basta anche per questo: una vita già ce l'avevamo e
qualcuno con la violenza ce l'ha tolta.
Dobbiamo reagire e pretendere che questo non avvenga mai più, perché la violenza maschile sulle donne non è una malattia, ma il frutto di una cultura impregnata di aggressività, di ruoli prestabiliti e rigidi che vogliono sotto controllo la donna.
Dobbiamo reagire e pretendere che questo non avvenga mai più, perché la violenza maschile sulle donne non è una malattia, ma il frutto di una cultura impregnata di aggressività, di ruoli prestabiliti e rigidi che vogliono sotto controllo la donna.
Non spetta a noi preoccuparci
di educare, recuperare, ri-educare uomini violenti.
Spetta a noi riconoscerli ed
allontanarcene quanto prima possibile.
NOI DIFENDIAMO NOI STESSE E
LE NOSTRE VITE.
SIAMO DONNE NON VITTIME.
GRIDIAMOLO!
Vogliamo
chiedere alla Regione Umbria che fine ha fatto il disegno di legge
regionale sulla violenza contro le donne ed i minori, alla cui
preparazione hanno partecipato Associazioni e gruppi di donne del
nostro territorio.
Vogliamo
sapere perchè non possiamo decidere liberamente di interrompere una
gravidanza nè scegliere il metodo che riteniamo più opportuno,
visto che la pillola abortiva RU486 nella provincia di Perugia non
viene neanche acquistata ed a Narni ed Orvieto viene somministrata
con i 3 giorni di ricovero, malgrado sia dal 2011 che si millanta
l'adozione del Day Hospital.
Le De'Genere
degenere.tr@gmail.com –
de-genere.blogspot.com
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