mercoledì 11 giugno 2014

BREVE DOSSIER SULLE AGGRESSIONI FASCISTE

Nel corso degli anni sono state centinaia le aggressioni  fisiche e non solo contro oppositori politi, o contro chiunque sia da loro considerato “diverso”. Per questo abbiamo sentito l’esigenza di raccogliere informazioni sul fenomeno della violenza fascista nelle nostre strade. Questo dossier è semplicemente una raccolta di dati e notizie e non ha alcuna pretesa di analisi politica, racconta fatti e dà un’idea di quale sia la vera natura di questi fasci del terzo millennio. Nei territori dove aprono le loro sedi sono fonte di pericolo per l’incolumità di tutti. Non possiamo tollerare la presenza di una sede di casapound o simili formazioni fasciste nelle nostre città. Perché sono omofobi e omofobe, intolleranti e razzisti, xenofobi e nazionalisti. Sono i servi di questo sistema che vogliamo trasformare, sempre pronti ad offrire i propri servizi a manovre reazionarie e torbide dei poteri forti. 
Di seguito alcune delle loro azioni più eclatanti.

MORTI PER MANO FASCISTA:

-          19/5/1991 Auro Bruni. Morto nell’incendio appiccato al csoa corto circuito di Roma
-          17/03/2003 Davide Cesare (Dax) militante del cs orso di Milano. In una notte di follia con furia omicida un gruppo di bonehead aggredisce con decine di coltellate Dax, l’ultimo fendente alla gola gli sarà mortale. A seguito dell’omicidio, avvenuto in presenza di altri compagni due dei quali feriti a loro volta, i militanti antifascisti accorsi sul luogo dell’accaduto verranno aggrediti dalle forze dell’ordine, anche se la rappresaglia più pesante avverrà all’interno dell’ospedale dove sono stati portati i feriti ed il corpo senza vita di Dax.
-          27/8/2006 Renato Biagetti del cs Acrobax di Roma.  Focene, comune di Fiumicino, una serata tra amici finisce con due balordi che aggrediscono armati di lame  renato, paolo e laura. Renato non ce la fa.
-          01/05/2008 Nicola Tommasoli. Verona un gruppo di fascisti picchia brutalmente nicola riducendolo in coma irreversibile.
-          13/12/2011 due morti e due feriti, di nazionalità senegalese, a seguito della caccia all’uomo messa in atto da un simpatizzante di casapound.

IL NUMERO TOTALE DI AGGRESSIONI FASCISTE DAL 2005 AL 2014 E’ DI 488
Con picchi nei periodi pre-elettorali. Per non contare tutte le minacce, intimidazioni e atti vandalici verso militanti e sedi di centri sociali, partiti, associazioni, sindacati vicini all’area antagonista e di sinistra.
AGGRESSIONI PER ANNO DAL 2008 AL 2014
-          2008 totale 73
-          2009 totale 66
-          2010 totale 45
-          2011 totale 20
-          2012 totale 44
-          2013 totale 33
-          Primi mesi del 2014 totale 11
-          dal 2008 al 2014 il numero totale di aggressioni è di 292
Visto il numero riportiamo soltanto alcuni articoli dall’archivio sulle aggressioni fasciste del sito ecn.org, dal quale abbiamo estrapolato anche i dati precedenti.

martedì 3 giugno 2014

SIAMO DONNE, NON VITTIME DI VIOLENZA SULLE NOSTRE MENTI PRIMA CHE SUI NOSTRI CORPI.

Siamo donne, non solo madri, mogli, figlie, domestiche, schiave. Siamo donne e dobbiamo gridarlo. Ogni giorno si legge di donne, come noi tutte, che subiscono violenze, dentro e fuori le nostre case, ma raramente si legge di come veniamo trattate e considerate dalla società, dalla cultura, dai nostri mariti e compagni, dai nostri padri, dai nostri fratelli, dai nostri figli o dai datori di lavoro. Spesso per questi uomini siamo persone da controllare, in casa e fuori: ci allontanano dalle nostre amicizie perché non concepiscono l’idea che possiamo avere una vita privata al di là del rapporto con loro, ci controllano il cellulare e la mail, ci ricordano continuamente i nostri doveri all’interno della casa. Per loro e per i giornali la nostra voce è tenuta soffocata, i nostri corpi celati dietro la loro vita.
Basta! Gridiamolo tutte!
Quando denunciamo le violenze subite entriamo in un programma di protezione veniamo strappate dalla nostra vita, rinchiuse in strutture protette a chilometri di distanza dal nostro quotidiano,costrette a ricostruirci una vita per noi stesse e, talvolta anche per i nostri figli, totalmente nuova. Gridiamo basta anche per questo: una vita già ce l'avevamo e qualcuno con la violenza ce l'ha tolta.
Dobbiamo reagire e pretendere che questo non avvenga mai più, perché la violenza maschile sulle donne non è una malattia, ma il frutto di una cultura impregnata di aggressività, di ruoli prestabiliti e rigidi che vogliono sotto controllo la donna.
Non spetta a noi preoccuparci di educare, recuperare, ri-educare uomini violenti.
Spetta a noi riconoscerli ed allontanarcene quanto prima possibile.
NOI DIFENDIAMO NOI STESSE E LE NOSTRE VITE.
SIAMO DONNE NON VITTIME.
GRIDIAMOLO!
Vogliamo chiedere alla Regione Umbria che fine ha fatto il disegno di legge regionale sulla violenza contro le donne ed i minori, alla cui preparazione hanno partecipato Associazioni e gruppi di donne del nostro territorio.
Vogliamo sapere perchè non possiamo decidere liberamente di interrompere una gravidanza nè scegliere il metodo che riteniamo più opportuno, visto che la pillola abortiva RU486 nella provincia di Perugia non viene neanche acquistata ed a Narni ed Orvieto viene somministrata con i 3 giorni di ricovero, malgrado sia dal 2011 che si millanta l'adozione del Day Hospital.
Le De'Genere
degenere.tr@gmail.com – de-genere.blogspot.com

giovedì 24 aprile 2014

Che cosa rimane del 25 aprile? E cosa significa essere antifascisti oggi?


Ha ancora senso definirsi antifascisti oggi? E che significato ha tale termine nel 69° anniversario della liberazione?
In tempi crisi non è inusuale incontrare posizioni tese a superare gli “steccati ideologici”, volte a relegare l’antifascismo nel passato, inutile se non controproducente in momenti storici difficili come quello che stiamo vivendo. Va di moda dire che l’antifascismo è anacronistico, inutile per il suo essere “contro”, per il suo carattere negativo e mai propositivo. Niente di più sbagliato. Essere antifascisti, ieri come oggi, significa comprendere il carattere del fascismo quale braccio violento delle classi dominanti, quelle che causano le crisi e che mai ne subiscono gli effetti, usato ad arte per reprimere con violenza squadrista le istanze di chi invece dalla crisi è colpito in pieno. 
Essere antifascisti oggi significa avere bene in mente che il “superamento delle ideologie” non è che un altro modo per infiltrare nel popolo in lotta gruppi reazionari con l’obiettivo di spegnere ogni istanza di rivendicazione sociale. Essere antifascisti oggi significa comprendere che la soluzione alla crisi non si ritrova nella lotta tra poveri, ma nell’unione nella lotta contro chi l’ha causata e contro chi punta, con frasi demagogiche di facile effetto, a metterci l’uno contro l’altro. 
Essere antifascisti oggi significa riconoscere e smascherare i legami tra le classi dominanti, i fascisti e la criminalità organizzata.
Antifascismo nella crisi economica globale vuol dire ricordare i presupposti economici e sociali che hanno portato all’avvento dei regimi Nazifascisti in Europa nel secolo scorso, fin troppo analoghi ai tratti che stanno caratterizzando la nostra società in questi tempi. 
Significa rifiutare nettamente le risposte date dalle élite di governo, che diffondendo populismo, qualunquismo e demagogia, stimolano una lotta tra poveri che altro non è che fumo negli occhi atto a nascondere che questa crisi è endemica del sistema capitalistico. Antifascismo nel 2014 significa non farsi distrarre da chi fa passare di soppiatto politiche di governo che calpestano e disintegrano i nostri diritti con misure di austerity, con la precarizzazione del lavoro, con lo sfruttamento di persone e territori.

Anche la nostra città, dove la Memoria ha sempre svolto un ruolo centrale nel tessuto sociale, non è stata esente da tutto questo. Nell’immobilismo generale, il germe dell’anti-politica favorisce il diffondersi di idee fasciste e razziste, con la complicità nemmeno troppo velata di parte della classe politica locale. 
Crediamo sia giunto il momento opportuno per fermare tutto questo e per invertire la rotta. Vogliamo che dal 25 Aprile al 13 giugno, giorno in cui ricorre l’anniversario della Liberazione di Terni,  sia il periodo del risveglio, il periodo in cui Terni si riprenderà ciò che piano piano le è stato sottratto: Memoria, Rispetto e Fermezza. Memoria per un passato di Resistenza contro politiche e pratiche di Odio. Rispetto per i Diritti e le Libertà di tutti coloro che vengono denigrati ed emarginati dalle nuove politiche e dal sistema economico: Gay, Lesbiche, Migranti, Famiglie, Lavoratori, Precari, Studenti, Disoccupati, Senza Casa. Fermezza di volontà perché certi gruppuscoli inneggianti odio e razzismo non trovino più sponda da politici locali in cerca di voti per le amministrative. Ma soprattutto Determinazione affinché i diritti economici e sociali non siano più un miraggio, ma una certezza.

Il 25 Aprile 2014 è il giorno del risveglio verso il corteo del 13 Giugno, dell’orgoglio di una città che non è mai caduta nel tranello della guerra tra poveri. Da sempre e per sempre Antisessista, Antirazzista. Oggi come ieri Antifascista!

martedì 8 aprile 2014

Scuola Siamo Noi: in solidarietà al Prof. Franco Coppoli

Da un paese uso  scendere a patti con la criminalità organizzata, una sorta di secondo stato all’ombra del sole, ci si può aspettare di tutto. Può succedere che un’ondata di oscurantismo medioevale si faccia legge in barba ai principi sostanziali della Costituzione, che le galere si riempiano di poveri cristi ora consumatori ora piccoli spacciatori, che l’Europa ci richiami formalmente per le aberranti condizioni detentive, che il secondo stato veda garantiti i propri profitti da una logica proibizionista così cieca da vederci benissimo.
Mentre ad ogni latitudine si abbandona la caccia alla streghe, mentre gli stili di vita vengono liberati (a fatica) da quell’etica di Stato che imprigiona corpi e disciplina menti, mentre la demagogia della droga lascia il campo al realismo delle droghe, a Terni la parte educativa del primo Stato (la scuola) si piega alle logiche di spettacolarizzazione simbolica del controllo con cui la parte repressiva dello stesso Stato (la questura) pensa di restaurare di fatto l’impianto demagogico anti costituzionale della Fini Giovanardi. Lo fa aderendo senza nulla obiettare (anzi con tanto di tappeto rosso) all’invasione poliziesca delle classi durante l’ora di didattica, lo fa decidendo di mettere in cattedra ad interim un pastore tedesco dal fiuto eccezionale.

Terni soffocata da un’aria che uccide con spietatezza sicaria, Terni minacciata da una disoccupazione dalla progressività inarrestabile, Terni provincia tranquilla dove nulla accade se non nei roboanti titoli ad hoc della stampa locale, insomma ad una Terni sempre più in balia di se stessa si vuole far credere che l’ordine e la disciplina siano le uniche materie degne di essere insegnate nelle aule scolastiche per forgiare gli adolescenti a nuova vita, in una sorta di balillismo da terzo millennio. Insomma se Giovanardi fa bau bau i presidi fanno bee, questo narra il bestiario contemporaneo locale. Ogni logica repressiva infatti trova la sua vittoria nell’introiezione acritica da parte della cittadinanza, figurarsi quando questa induzione all’obbedienza passa per i banchi di scuola. Quando cioè l’istituzione che dovrebbe formare cittadini critici e consapevoli si trasforma in un capannone da polli di allevamento in cui il bastone divora la carota ed in cui la demagogia manichea diventa di fatto materia principe.

Fortunatamente in questa caserma didattica in cui l’ordine si fa metodo e la disciplina militarizza il corpo docente  ingabbiando la “devianza” giovanile c’ è ancora chi tra gli insegnanti si ostina a preservare l’aspetto educativo (quello per cui viene pagato) opponendosi, con tanto di conseguenze personali, al rutilante show chiamato scuola di polizia. I danni della Fini Giovanardi sono sotto gli occhi di tutti nella loro virulenta drammaticità, così come il declino della scuola sempre più fabbrica di consenso piuttosto che palestra di vita. Oggi, però, che nella nostra città un professore con tanto di nome e cognome si ricorda di essere tale facendosi simbolo di resistenza umana, oggi non  possiamo più girarci dall’altra parte e far finta di niente, oggi cari professori, esimi presidi, letargici studenti, distratti cittadini,  è il momento di rivendicare se stessi e la società civile preambolo affettivo di ogni società normatizzata.

E’ il momento di rivendicare una scuola libera da asservimenti in cui la mutualità del vivere comune sia più importante di qualsivoglia materia scolastica, soprattutto di quelle materie suggerite dalla questura e fatte proprie dai presidi. Non dimenticando che a margine dello spettacolo, nel suo bunker impastato di demagogia etica statale e “spregiudicatezza” imprenditoriale, il secondo stato, monopolista assoluto nel fiorente business del  proibito, ringrazia commosso. L’apogeo della spettacolarizzazione repressiva infatti, mentre insegna sudditanza non scalfisce minimamente il tintinnio ininterrotto delle slot machine che distribuiscono “droghe”. 

CSA Germinal Cimarelli – Terni -

martedì 14 gennaio 2014

17-18-19 Gennaio 2014 #TreGiorniResistenti

70 Anni di Memoria Partigiana… 10 Anni di Militanza Antifascista



Dopo 10 Anni siamo ancora qui! Più Vivi che mai, e la Memoria della Resistenza, dopo 70 anni, è sempre più forte! Anche quest’anno Terni ricorderà il sacrificio offerto da Germinal Cimarelli e dagli altri cittadini ternani nella lotta contro la belva nazi-fascista.” Ma la celebrazione che ogni anno ha luogo presso il CSA Germinal Cimarelli quest’anno avrà un duplice valore, ricorrendo assieme al decimo compleanno della Brigata Germinal Cimarelli, gruppo politico che, prendendo il nome dal partigiano ternano, si è posto sin da subito in prima linea contro ogni intrusione fascista sul territorio: dall’apertura della sede di Forza Nuova, passando per le messe commemorative a Benito Mussolini, fino ad arrivare ai fatti di CasaPound all’aviosuperficie.
Il nome della Brigata è stato evocato sempre meno con il passare degli anni, ma il gruppo non ha mai smesso di operare attivamente sul territorio. Al contrario, la Brigata è andata avanti, fondendosi con altre realtà e riuscendo a costruire dal nulla un progetto sociale che ha proposto un’alternativa politica e sociale all’interno del territorio: il Centro Sociale Autogestito Germinal Cimarelli.  

In pochi anni, e con scarsissime risorse, uno spazio lasciato in totale stato di abbandono e travolto dal degrado è stato trasformato in un progetto a lungo termine al servizio del quartiere e della città. Il CSA Germinal Cimarelli è, infatti, protagonista a Terni per la sua alternativa al modello di società che ci vuole tutti allineati e sorridenti a lavorare nella grande catena di montaggio sociale: quella della mercificazione della cultura, quella dei centro città vetrina e dei grandi magazzini alimentati dal lavoro precario e cos via.

La sala prove Renoize.2, la Biblioteca Popolare, Il Mercato Brado, l’attività antifascista nella RAT, i Laboratori musicali, di circo e teatro, le Lotte sindacali autorganizzate, le attività di sostegno agli studenti medi ed alla lotta cittadina contro gli inceneritori e le nocività, sono solo alcune delle iniziative e dei progetti sociali e politici attivi all’interno dello spazio e portati avanti dai ragazzi ternani che vivono questa realtà.

Per questo, il 17-18-19 Gennaio non vogliamo solo ricordare Germinal. Con la #TreGiorniResistenti vogliamo festeggiare anche tutti coloro che hanno contribuito a far si che tutto questo potesse diventare realtà, a tutti coloro che frequentano e rendono vivo questo progetto alternativo e a tutti coloro che lo difendono ogni giorno da dieci anni.”


Venerdì 17 Gennaio 2014
Resistenza No-Tav: fermarci è impossibile.
Come ormai da tradizione, il primo giorno sarà dedicato alla contestualizzazione ai giorni d’oggi del concetto di Resistenza. Quest’anno tratteremo la lotta territoriale (e non solo) per eccellenza: Il movimento No-Tav. Il giorno 17 Gennaio, dalle ore 18.00 in poi, sarà quindi dedicato alla lotta in Val Susa tramite:
·         la proiezione del video “Fermarci è Impossibile”.
·         la presentazione del libro “A Sarà Dura” (prodotto dal CS. Askatasuna, No Tav, Comitato di Lotta Popolare di Bussoleno), con l’intervento di Gianluca Pattavino;
·         presentazione del comitato e del libro "Se non con Marta quando?" prodotto dal Newroz di Pisa con l’intervento di Ivan Bianchini eMarta Camposano.
·         Dopo la Cena popolare andrà in scena lo spettacolo teatrale “NO T’AVevo detto” a cura della compagnia Teatri Della Viscosa di Roma.

Sabato 18 Gennaio 2014
Cena sociale e concerti.
Ad alternarsi sul palco a scacchi del CSA:

-Malasuerte Fi*Sud (Ska-Punk-Combat-Rock da Firenze)
-KaosForCause (Gruppo Combat di Terni formatosi tra gli amplificatori della sala prove Renoize.2)

Domenica 19 Gennaio 2014
Passeggiata Antifascista
Il giorno della memoria vero e proprio. Come tutti gli anni l’appuntamento è alle ore 10.00 presso la chiesa di Sant’Erasmo per una passeggiata fino al Monumento in Memoria di Germinal Cimarelli al Monte Torre Maggiore.

sabato 21 dicembre 2013

“LADRI” DI MERENDINE? Natale solidale con i licenziati della coop

Natale solidale con i licenziati della coop


Alla fine di novembre sono arrivate le lettere di licenziamento a due lavoratori della COOP con l’accusa di aver rubato merendine e caramelle esposte in un contenitore del magazzino. Il caso sembra molto simile a quello che successe in coop Tirreno nel 2010 quando vennero fatte accuse simili a 24 lavoratori, di cui 7 licenziati e poi reintegrati dai giudici.

La questione apre molte perplessità sulle forme di controllo e videocontrollo illegale all’interno della COOP, ma soprattutto sull’opportunità di procedere a misure così drastiche ed infamanti per i lavoratori. Dopo decenni di lavoro in COOP qual è la logica che porta a licenziare lavoratori, uno dei quali vicino alla pensione, con l’accusa, tutta da dimostrare tra l’altro, di essersi mangiati qualche caramella? Infatti tra i lavoratori prevale la perplessità: per anni in Coop il materiale deteriorato era a disposizione dei lavoratori e mangiare un dolcetto non è proprio lo stesso che organizzare e perpetrare un furto.

Un romanzo di Camilleri con protagonista Montalbano si intitola proprio il “ladro di merendine”, a sottolineare l’inconsistenza della questione, ed allora cosa passa in mente a COOP Centro Italia in questo momento di crisi, di mettere sulla strada due lavoratori per una questione così risibile?
Può la stessa COOP presentarsi come moralizzatrice assoluta dopo le operazioni finanziarie che l’hanno vista protagonista di investimenti (e perdite sostanziali di milioni di euro, spesso del “prestito sociale”) in Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Spoleto e nell’operazione Fondo Etrusco?

Come mai un sindacato come FILCAMS CGIL si è rifiutato di organizzare un’assemblea in solidarietà coi lavoratori licenziati, facendo di fatto saltare una risposta unitaria dei lavoratori?
Gli autorganizzati ed i COBAS della COOP, rifiutando i licenziamenti e ritenendoli quantomeno inopportuni, eccessivi e lontani dalla storia e dalla pratica del movimento operaio da cui Coop proviene, lanciano una campagna di solidarietà con i licenziati della coop per garantire loro le spese legali per opporsi ai licenziamenti.

MERCOLEDI 25 DICEMBRE DALLE ORE 23 CONCERTO DELLA CONCABANDA E POI DJ SET, IN SOLIDARIETA’ AI LICENZIATI DALLA COOP, PRESSO IL CENTRO SOCIALE GERMINAL CIMERELLI IN VIA DEL LANIFICIO 21, ENTRATA BENEFIT PER LE SPESE LEGALI

SABATO 28 DICEMBRE NATALE SOLIDALE: RACCOLTA FONDI PER PAGARE LE SPESE LEGALI DEI LICENZIATI COOP

PERCHÉ IL NATALE NON SIA UNA DATA VUOTA E CONSUMISTICA, LANCIAMO AD UN MESE ESATTO DAI LICENZIAMENTI UNA RACCOLTA DEI FONDI.

INVITAMO TUTTI I LAVORATORI A DEVOLVERE LA GIORNATA LAVORATIVA (50 EURO O QUANTO VORRANNO) PER LE SPESE LEGALI DEI LICENZIATI COOP: CONSEGNANDOLI ALLA RSU ANDREA LEONARDI (SINO AL 7 GENNAIO 2014) OPPURE A VERSANDOLI SUL CC. DEI COBAS IBAN: IT14 X076 0114 4000 0003 9956 966 CON LA CAUSALE

“SPESE LEGALI LICENZIATI COOP”
COBAS ED AUTORGANIZZATI COOP CENTRO ITALIA

venerdì 2 agosto 2013

Comunicato stampa in solidarietà a Marta






 
Ciò che spinge centinaia di migliaia di persone da più di un decennio a scendere in piazza, anzi, a salire in Val Susa a protestare contro la costruzione della TAV (Treno ad Alta Velocità) è la piena consapevolezza che il destino dei territori deve essere deciso dalla gente che li abita e non da interessi economici di pochi. Quei pochi che, in nome della costruzione del percorso ferroviario d’avanguardia che unirebbe l’Italia al Portogallo (anche se il Portogallo ha deciso di non finanziare più il progetto a causa della crisi economica) non ci raccontano come stanno davvero le cose.

Allora ci proviamo noi: 1 solo km di Tav costa 164 milioni di euro, esattamente quanto 1000 case popolari o quanto un anno di tasse universitarie per 250 mila studenti; 3 metri di TAV costano quanto 4 sezioni di scuola materna; 500 metri di TAV costano quanto un ospedale da 1200 posti letto, 226 ambulatori e 38 sale operatorie.

Pochi e semplici numeri che metterebbero in imbarazzo qualsiasi persona...a meno che della Valle si sappia altro.

Nella notte fra il 19 e il 20 luglio c’è stata una nuova manifestazione in Val di Susa: una passeggiata notturna verso le reti del cantiere nel corso della quale c’è stato un agguato da parte della polizia, che per la prima volta è uscita dalle reti. Quest’operazione ha portato al ferimento di decine di manifestanti e all’arresto di nove attivisti, sette dei quali si trovano tuttora agli arresti domiciliari.

Fra questi attivisti arrestati c’è Marta che, dopo aver subito una carica pesante da parte della Polizia, è stata fermata e picchiata violentemente.

Mentre due poliziotti la stavano già portando via, ha ricevuto: una manganellata a pieno viso sul labbro (sei punti esterni e due interni); palpeggiamenti al seno e in mezzo alle gambe da parte di alcuni agenti; insulti e sputi da una poliziotta (“Sei una puttana lo sai vero che sei una puttana? Ora con quella bocca lì non la fai più la puttana.”).

Il giorno seguente ha subito anche un linciaggio mediatico da parte di Stefano Esposito, senatore del Pd, che su tweet dichiara: “Parte da Pisa per andare a fare la guerra allo Stato, prende giustamente, qualche manganellata e si inventa di essere stata molestata #bugia”.
Questa è l’ennesima dimostrazione di come l’oppressione si manifesta in duplice modo se a subirla è una donna: se sei donna non bastano le manganellate, i calci e i gas lacrimogeni, ti ritrovi anche gli insulti sessisti e le molestie sessuali.
Basti ricordare come sono state trattate dai media le donne della Valle: buone massaie, madri e casalinghe con passeggini quando marciano pacifiche davanti al cantiere, puttane, mascoline e violente quando il cantiere cercano di abbatterlo.
Se non con Marta quando?
Se toccano una toccano tutte.
                                                                 Le De'Genere








martedì 12 febbraio 2013

Da carnefici a vittime. Da fascisti a patrioti.


Il teatrino patriottardo messo in scena domenica pomeriggio dall’organizzazione neofascista di Casa Pound per le vie di Terni, è un insulto alla memoria, alla cultura ed alla tradizione Antifascista ed Antirazzista di questa città. 

Come ogni anno ormai il Giorno del Ricordo, nato da un’operazione dalla forte impronta revisionista, diventa terreno di propaganda per gruppi di estrema destra che speculano mistificando su dati e fatti relativi alle foibe. La peggiore retorica utilizzata nel tentativo becero di equiparare il così chiamato “esodo” alla pratica dello sterminio di ebrei, oppositori, gay e rom operata dai nazisti e sostenuta dal fascismo italiano.

A nulla valgono, per questi mistificatori, gli studi storici e commissioni bilaterali che di fatto raccontano, non negando assolutamente fatti e circostanze, la storia dell’occupazione fascista nei Balcani, fornendo cifre (sebbene ridimensionandone di molto l'entità) e analisi veritiere, non viziate da revanchismo. Una storia che comprende anche l’occupazione ed espropriazione violenta dei territori messa in atto dai Fascisti Italiani. Una barbarie che portò gli abitanti di quelle terre all’interno di campi di concentramento dalla bandiera tricolore. Un calvario che finì con la liberazione dell’allora Jugoslavia.

E così vediamo che i pochi nostalgici ternani mettono in scena una marcia con il supporto numerico decisivo dei loro amici viterbesi, gli stessi che nel pomeriggio di lunedì hanno contestato violentemente un comizio elettorale del noto giornalista Ruotolo a Civita Castellana. Già noti per l’episodio squadrista messo in atto contro il giornalista e direttore del Futurista, Filippo Rossi, la scorsa estate a Viterbo .
Ed è a questo manipolo di eroi che i pochi ternani hanno concesso, probabilmente per una questione di numeri, la testa del corteo, consapevoli che Terni ha sempre rifiutato e continua a rifiutare fermamente ogni forma di fascismo, e che se non arriva il carrozzone da fuori la figuraccia è difficile da evitare.

Chissà se è stato lo stesso manipolo a tentare, poco più tardi nella serata di Domenica, di entrare nel Centro Sociale Cimarelli, per essere poi allontanato da cittadini del quartiere allarmati dagli strani movimenti. Ma tant’è!

Questa città ha conosciuto e ricorda i fascisti del ventennio, così come conosce la vera faccia dei fascisti del terzo millennio Dietro la maschera dei difensori della patria in realtà c’è un gruppo di squadristi antisemiti ed intolleranti verso ogni diversità. Mentre a Terni, con un dovizioso lavoro di maquillage, si travestono da difensori degli animali o da caritatevoli dispensatori di pacchi di pasta nella peggiore tradizione democristiana, a Roma, Napoli, Milano non disdegnano accoltellamenti, assalti e pestaggi nei confronti di militanti di sinistra, gay, immigrati. 

Chi gli offre sponda politica e mediatica sappia di essere complice diretto di tutto questo; non si rende un buon servizio alla verità storica e politica che ha già, sessant’anni fa, condannato il fascismo e ogni sua riproposizione.

CSA Germinal Cimarelli

sabato 27 ottobre 2012

Corteo No Inceneritori, un successo senza precedenti


Scendono in piazza a centinaia per ribadire il loro No all’inceneritore Terni Ena.



Il corteo No Inceneritori è partito alle ore 16.30 dal Piazzale della Rivoluzione Francese di Terni dando vita così, ad uno dei cortei più partecipati mai visti in città. Una manifestazione sentita da tutti i cittadini che in questi giorni hanno appoggiato il Comitato No Inceneritori Terni: dalle iniziative ai flash mob organizzati spontaneamente dai cittadini, dal Web alla grande manifestazione di oggi. “I tempi stringono”, fanno sapere dal Comitato, “da qui a poco l’inceneritore riprenderà la sua funzione, l’amministrazione comunale sa tutto il male che produce questo tipo di smaltimento ma non fa niente per salvaguardare i suoi cittadini. A quanto pare gli interessi dei privati valgono più della salute. Noi pensiamo che prima dei profitti ci sia la dignità, la salvaguardia dell’ambiente, della vita e il rispetto della volontà popolare”.

Adulti, bambini, giovani e meno giovani. I partecipanti al corteo riescono a rappresentare gran parte del tessuto sociale della città. “In un modo o nell’altro, tutti i partiti di questa città hanno voluto o avallato questo piano di gestione dei rifiuti. Per questo motivo ci teniamo ad essere un Comitato composto da liberi/e cittadini/e, senza secondi fini e senza chissà quale sotterfugio. Questa manifestazione rappresenta il momento collettivo in cui insieme potremo per un verso esigere maggiore trasparenza da parte di ACEA, a cui in questi giorni abbiamo recapitato una lettera in cui chiediamo dati chiari rispetto a ciò che brucerà nei prossimi anni e quali i profitti che farà grazie agli incentivi statali CIP6, e dall’altro imporre all’amministrazione un cambio decisivo di rotta: basta incenerimento, di qualunque tipo, nella conca ternana. Oggi abbiamo dimostrato di non essere una voce isolata, siamo tanti e determinati. Impossibile ignorarci dopo il successo di questa manifestazione.”

Il lungo e colorato fiume del popolo No inceneritore, armato della sola tenacia  partendo dalla stazione degli autobus si è snodato per le vie della città, attraversando tutto Corso Tacito fino ad arrivare sotto il Comune. Nel corso del tragitto tante le dimostrazioni di solidarietà dal resto della cittadinanza, tanti gli applausi delle persone affacciate alle finestre e molti passanti che si sono uniti al corteo.

Ma non finisce qui” -fanno sapere del comitato- “la lotta per la salvaguardia della salute e dell’ambiente nel nostro territorio è appena iniziata. Continueremo con la nostra mobilitazione, con incontri, dibattiti, monitorando e denunciando qualsiasi passo falso di Terni Ena e Comune, che vada ad aggravare ancora di più la nostra sempre più compromessa salute”. Danno appuntamento ad un presidio sotto la sede di ARIA spa (ACEA) perché ancora non è arrivata risposta alla lettera che oltre al Comitato No Inceneritori anche WWF e CittadinanzAttiva hanno inviato.

Ora la patata bollente passa nelle mani delle istituzioni, che dopo un’iniziativa del genere non possono di certo far finta di niente, ci si aspettano risposte certe e provvedimenti concreti.





venerdì 26 ottobre 2012

MANIFESTAZIONE CITTADINA NO INCENERITORI


Sabato 27 ottobre ore 16 Piazza Rivoluzione Francese, davanti ATC
No alla riaccensione dell’inceneritore
Difendiamo la città da chi la vuole terra di conquista!


Sabato 27 ottobre ore 16 Piazza Rivoluzione Francese, davanti ATC
No alla riaccensione dell’inceneritore
Difendiamo la città da chi la vuole terra di conquista!
A novembre l’inceneritore riprenderà a funzionare usando come combustibile il pulper di cartiera. Di nuovo gli interessi economici e politici di ACEA verranno soddisfatti; di nuovo l’interesse privato si fa beffa delle legittime rivendicazioni delle popolazioni locali. Anzi le istituzioni si pongono a difesa dell’interesse privato sostenendone l’inviolabilità quasi fosse un tabù, trincerandosi dietro iter autorizzativi burocratici, o banalizzando dati sull’incidenza dei tumori attraverso proprie agenzie presiedute da esimi cattedratici, e usando tutti questi artifici come giustificazione: come vediamo, dalla TAV all’inceneritore di ACEA, le stesse dinamiche, gli stessi interessi, le stesse basse strategie.
Noi pensiamo che prima dei profitti ci sia la dignità, la salvaguardia dell’ambiente, della vita e il rispetto della volontà popolare.
L’inceneritore Terni ENA riaprirà a breve i battenti sebbene un impianto di tale portata e con tali caratteristiche tecniche rappresenti di fatto un'ipoteca sul futuro della gestione dei rifiuti: molti sono i rischi derivanti sia dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti che da indicazioni opposte al piano d'Ambito e quindi in direzione dell'incenerimento dei rifiuti urbani, sia  dal decreto ministeriale del 6-7-2012 che permette l'uso del CSS (il vecchio combustibile derivato da rifiuti) come combustibile secondario combinato a quello principale, cioè il pulper; il tutto accompagnato e giustificato da una differenziata deludente e un’assenza evide          nte di concrete proposte alternative in termini di riduzione; tanto da prevedere un collasso della discarica, a scapito dei cittadini Orvietani. Le prospettive non sono rassicuranti e comunque, di qualsiasi rifiuto si tratti, ribadiamo che discariche e inceneritori non possono e non devono essere una soluzione. La strategia Rifiuti Zero deve essere un punto di riferimento necessario.
Di  nuovo ai cittadini di Terni viene imposta una scelta che oltre ad essere dannosa per la salute, è tecnicamente ed economicamente inefficiente e superata. Se tutta la materia che viene bruciata potesse passare per un circuito di riuso e riciclo, tecnologie a freddo peraltro già in uso, non solo ci risparmieremmo le emissioni nocive, ma si creerebbero molti posti di lavoro; e proprio nella fase così difficile che la città sta attraversando in questi giorni siamo convinti che sia il momento di soluzioni complessive e di lungo termine, non incardinate in un presente senza vie d’uscita ma orientate ad un futuro di sostenibilità: proprio adesso è importante che l’amministrazione cittadina si assuma la responsabilità di impedire la riaccensione dell’impianto data la grave e compromessa situazione ambientale della città, e metta in moto un circuito virtuoso di gestione dei rifiuti, che sia una scommessa reale per il futuro prossimo di Terni.
 La manifestazione sarà il momento collettivo in cui insieme potremo per un verso esigere maggiore trasparenza da parte di ACEA, a cui in questi giorni abbiamo recapitato una lettera in cui chiediamo dati chiari rispetto a ciò che brucerà nei prossimi anni e quali i profitti che farà grazie agli incentivi statali CIP6, e dall’altro imporre all’amministrazione un cambio decisivo di rotta: basta incenerimento, di qualunque tipo, nella conca ternana.
 ACEA sta imponendo la sua strategia di controllo del settore dei rifiuti, come lo ha fatto già con acqua ed elettricità, con la stessa arroganza con cui altri decidono di svendere una fabbrica. Dobbiamo difendere la nostra città da quanti pensano che sia territorio di conquista! Dobbiamo lottare per il futuro di Terni, e chiudere con l’incenerimento definitivamente, è un passo importante e necessario.
Invitiamo quanti pensano di poter utilizzare la manifestazione contro l’inceneritore per fini propagandistici, elettorali o solo per becera visibilità, a non aderire e non  rivendicare una battaglia a cui non hanno mai partecipato. I cittadini fanno a meno delle strumentalizzazioni.
Vogliamo la partecipazione libera di liberi cittadini e cittadine, nessuna bandiera di partito o lista elettorale, se non quelle NO INCENERITORI, delle associazioni e comitati territoriali.
 Sarà una giornata di festa ma testardamente NO INC!!!!!      
Comitato NO INCENERITORI Terni

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