martedì 2 agosto 2011

Sì alla RU486 anche in Umbria, in regime di Day Hospital.

L'Assemblea Femminista Umbra ha partecipato alla conferenza stampa di Lunedì 1 Agosto 2011,
a Perugia, indetta per presentare un documento di sostegno alla delibera regionale di preadozione
del protocollo per la somministrazione della pillola abortiva RU486.

Si è ritenuto necessario però essere presenti con un documento proprio, differente da quello presentato dalle organizzatrici, per mettere meglio in risalto sia la soddisfazione per il risultato finalmente ottenuto, sia le perplessità riguardo l’ulteriore anno di sperimentazione previsto dal protocollo.

L’Assemblea Femminista Umbra, nello specifico, vuole infatti ricordare che il parere dei medici del Comitato tecnico-scientifico era uscito esattamente un anno fa, e solo grazie alle tante mobilitazioni di donne in tutta l'Umbria (presìdi con volantinaggi, incontri pubblici, assemblee cittadine, cortei ed, un colloquio con la presidente della Regione il 15 Marzo 2011), le femministe sono riuscite a non far cadere l'attenzione sull'argomento. Un argomento importante per l'autodeterminazione delle donne, all'interno della Legge 194 varata nel 1978 (e rafforzata da un referendum nel 1981); legge che rende l'Interruzione Volontaria di Gravidanza un diritto e promuove "l'uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'interruzione della gravidanza" a tutela della salute della donna che decide di abortire.

Con il documento si è ritenuto necessario mettere in risalto quindi la critica al fatto che nella delibera si parli ancora di "sperimentazione": la RU486 è stata sperimentata per anni prima di entrare in commercio; è somministrata in regime di Day Hospital da più di 20 anni in molti Paesi europei fra cui la Francia; nel 2009 in Italia è stata di nuovo sperimentata prima di essere ammessa negli ospedali italiani.

Nell’intervento durante la conferenza stampa l’Assemblea Femminista Umbra ha ritenuto utile ribadire ancora una volta la necessità dello stanziamento di risorse per i Consultori pubblici, per la diffusione della Contraccezione e dell'Educazione sessuale, perché l'informazione e la sessualità consapevole sono le basi per diminuire gli aborti, contro le solite strumentalizzazioni politiche e le sempre più frequenti ingerenze religiose sul corpo delle donne.

L’ASSEMBLEA FEMMINISTA UMBRA
(De’Genere Terni - Civiltà Laica Terni - L’albero di Antonia Orvieto – Le Sommosse Perugia)

lunedì 1 agosto 2011

SI al Day-hospital in Umbria per la pillola abortiva RU 486

SI al Day-hospital in Umbria per la pillola abortiva RU 486
Il 26 Luglio 2011 la Regione Umbria si è finalmente espressa a favore del day hospital per la somministrazione della pillola RU486 per l’interruzione volontaria di gravidanza, dopo un anno esatto dal parere favorevole del comitato tecnico-scientifico nominato dalla regione stessa.
Ci è voluto tanto tempo per arrivare a questa delibera, che sembra più attenta a preservare certi equilibri politici che i diritti e la salute delle donne, dato che il Day-hospital non viene indicato, ancora, come una decisione definitiva ma si tratta di una sperimentazione di un anno.
Evidentemente l’Interruzione Volontaria di Gravidanza è un’argomento che incute ancora terrore e genera ricatti politici, sebbene siano passati oltre trent’anni dalla vittoria del referendum del 1978 e della legge 194.
Come l’Europa dimostra, il day-hospital - e non i tre giorni di ricovero obbligatorio - è l’unica modalità che garantisce un libero ed incondizionato accesso alla pillola RU486 come modalità alternativa all’aborto chirurgico, realizzato in anestesia totale, più invasivo e pericoloso. La salute della donna è maggiormente tutelata dall’immediata presa in carico da parte dell’ospedale, che garantirà dal primo al quattordicesimo giorno di trattamento la continuità assistenziale con il regime di Day Hospital
I continui attacchi al diritto all’aborto risuonano dagli angoli più oscurantisti del cosiddetto movimento per la “vita” e dagli opportunismi della politica, che dovrebbe prendere esempio, invece, dall’esperienza europea di oltre venti anni.
Quello di oggi è un risultato importante, anche se parziale, per i diritti delle donne nella nostra regione, ottenuto nonostante le forti pressioni clericali e conservatrici e soprattutto grazie ad un anno di lotte del movimento femminista nelle piazze di Perugia e Terni. Solo il coinvolgimento diretto di tante realtà e associazioni di donne presenti sul territorio e nei consultori ha permesso di cancellare le prese di posizione di personaggi come Brega, dei teo-dem e del cattolicesimo più oscurantista.
Non è rispettoso nei confronti delle donne sminuire e strumentalizzare politicamente un percorso fisico e psicologico personale così intimo e delicato come l’aborto. Il Day Hospital è la modalità per non ostacolare tale percorso e per tutelare la salute delle donne, preservandole anche dalla sempre più opportunistica diffusione -negli ospedali pubblici!- dei medici “obiettori”, che di fatto ostacolano le donne nell’esercizio reale dei propri diritti.
Questa delibera della Regione Umbria rappresenta un passo avanti rispetto alla possibilità per tutte le donne, di gestire il proprio corpo in modo consapevole ed autonomo e scegliere la propria eventuale maternità liberamente e fuori dai diktat clericali. La libera scelta deve essere garantita a tutte le donne che - nel nostro paese fortemente influenzato dalle pressioni politiche del Vaticano - vedono continuamente calpestati i propri diritti all’autodeterminazione.
L’ASSEMBLEA FEMMINISTA UMBRA
(De’Genere Terni - Civiltà Laica Terni - L’albero di Antonia Orvieto – Le Sommosse Perugia)

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