giovedì 23 aprile 2009

Contro i fascisti di ieri e di oggi ORA E SEMPRE RESISTENZA


Dopo lo «sdoganamento» di "Alleanza Nazionale" da parte di Berlusconi e la legittimazione dei neofascisti come nuova forza «democratica» chiamata a partecipare alle massime istituzioni della Repubblica, si estende e si intensifica di anno in anno l'ondata di revisionismo storico che tende a rivalutare vari aspetti del fascismo e a denigrare ed infangare la Resistenza.

Ha cominciato Luciano Violante a riconoscere i presunti «valori» per i quali erano andati a combattere «i ragazzi di Salò». Da allora si è andati avanti con un crescendo di menzogne storiche e di attacchi all'antifascismo e alla guerra partigiana. Ne ricordiamo solo alcuni:

* la sostanziale riabilitazione di Mussolini e della Repubblica Sociale a partire dal revisionismo di Renzo De Felice degenerando sino alla spazzatura televisiva o scritta da G. P. Pansa;
* La logica della lotta al terrorismo che tenta di cancellare nelle lotte di liberazione il valore della lotta armata legittimando il dominio imperialista (l’ultimo esempio è offerto dalla strage israeliana a Gaza contro i palestinesi).
* Il tentativo di addebitare la strage nazifascista delle Fosse Ardeatine ai gappisti che compirono l'operazione di guerra di Via Rasella;
* il progetto di legge presentato in Parlamento per l'equiparazione dei partigiani e dei membri delle Brigate Nere e per la corresponsione ad entrambi di un «vitalizio» quali «combattenti»,
* il tentativo di mettere i simboli della Resistenza e della lotta del movimento operaio, sullo stesso piano di macabri simboli nazistifascisti come le svastiche e le croci celtiche;

Il 10 febbraio è diventata la cosiddetta «giornata del ricordo» delle Foibe. Si tace sul fatto che la responsabilità di quegli avvenimenti fu del regime monarco-fascista che dominò l'Italia dopo il colpo di stato dell’ottobre 1922. Si è dimenticato che, ancor prima dell'invasione della Jugoslavia, il regime fascista aveva compiuto in Istria una violenta opera di snazionalizzazione nei confronti delle popolazioni di lingua slava e di tutto ciò che non era «italiano». Si sono dimenticate l'occupazione nazifascista della Slovenia e dei Balcani dal 1941 al 1944, le aggressioni e le stragi fasciste e naziste che insanguinarono l'intera Jugoslavia in quegli anni di occupazione. Si sono dimenticati i lager fascisti costruiti dopo il 1941 in Jugoslavia, quando l'attuale Slovenia venne annessa all'Italia e non meno di 30.000 persone di nazionalità slovena furono deportate e rinchiuse in una quarantina di campi di concentramento, il più duro dei quali fu quello creato nell'isola adriatica di Arbe, nel quale morirono più di 4.000 internati.

In un clima come quello che stiamo vivendo, gruppi neofascisti o neonazisti come Forza Nuova e Casa Pound, aprono covi in alcune città d'Italia e compiono raid squadristici contro immigrati, centri sociali e sedi di sinistra. A Terni abbiamo ricacciato nelle fogne i neofascisti.

Anche quest'anno il 25 aprile darà occasione a stanche cerimonie ufficiali, che cercheranno di offuscare e di far dimenticare che cosa fu realmente il movimento di Resistenza e di liberazione dal nazifascismo: guerra di liberazione, guerra civile e guerra rivoluzionaria.

L'obbiettivo politico generale del movimento di liberazione - nelle sue componenti più avanzate - non fu soltanto quello di cacciare i nazisti dall'Italia e riconquistare le libertà democratiche distrutte dalla dittatura mussoliniana, ma quello di estirpare per sempre le radici economiche e politiche del fascismo e creare le premesse di un profondo rinnovamento della società e dello Stato. E fondamentale fu, durante la Resistenza , il ruolo dei partigiani comunisti nelle Brigate Garibaldi, nei Gap e nella creazione delle zone libere e delle repubbliche partigiane.

Il nome ed il ricordo del partigiano comunista Germinal Cimarelli, ammazzato dalle truppe nazifasciste il 20 gennaio 1944 mentre copriva, sui monti di Cesi, la ritirata ai suoi compagni è ancora un esempio indimenticabile per le giovani generazioni della nostra città.

Altre zone del nostro paese come nella Valsesia garibaldina e nella Repubblica di Montefiorino nella provincia di Modena ci furono aree stabilmente liberate dai partigiani, poi nacquero la Repubblica della Valdossola in Piemonte, la Repubblica di Torriglia in Liguria, la zona libera della Carnia nel Friuli ed altre. In quei territori i CLN uscirono dalla clandestinità, sorse un potere popolare, nacque una democrazia ben diversa - nelle speranze, ma anche nelle realizzazioni concrete di allora. Quelle delle repubbliche partigiane furono esperienze che ebbero una vita relativamente breve, ma di grande importanza. Si formarono allora, nelle zone libere, organi di autogoverno popolare: i Comitati di Liberazione locali, le Giunte popolari comunali, i Tribunali Popolari, che svolsero tutta una serie di compiti ed attività concrete: organizzazione della produzione locale, revisione dei ruoli delle imposte, risarcimento degli infortuni sul lavoro, controllo dei prezzi, lotta al mercato nero e alla speculazione, punizione dei traditori e delle spie fasciste.

Le repubbliche partigiane, col potere affidato ai Comitati di Liberazione o direttamente agli eletti di tutta la popolazione, furono dunque delle vere scuole di democrazia, una democrazia nuova che nasceva nel fuoco della lotta ed esprimeva la volontà che, dopo la liberazione dell'intero territorio nazionale, non risorgessero più i vecchi istituti, ma nascessero delle strutture istituzionali che mettessero realmente il potere nelle mani delle masse popolari. Da quelle esperienze è nata la Costituzione.

QUESTO È IL 25 APRILE CHE NOI VOGLIAMO RICORDARE, in un momento politico nel quale si moltiplicano i tentativi reazionari di trasformare la Repubblica conquistata col sangue dei partigiani in un nuovo Stato populista ed autoritario, prono ai voleri del Vaticano.

Contro l'ipocrita pacificazione oggi predicata da tutte le istituzioni dello Stato, la nostra risposta è:

* Nessuna pacificazione con il neofascismo!
* Difesa della verità storica, contro i falsificatori!
* Difesa intransigente della lotta armata partigiana, in tutti i suoi aspetti!
* No a qualsiasi equiparazione legislativa fra partigiani e torturatori repubblichini!
* No alla memoria condivisa!

Fuori i fascisti dalle nostre città

festa popolare ed incontro c/o il nuovo centro sociale

CSA GERMINAL CIMARELLI

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