martedì 26 ottobre 2010

Sciopero vero e sciopero solletico


Ci sono espressioni come "paralizzare il paese", "lotta a oltranza", "otto scioperi generali in venti giorni", "blocco dei punti nevralgici di produzione", che non fanno parte del vocabolario sindacale italiano.
Fanno però parte (anzi, ne sono le parole d'ordine) del vocabolario di altri paesi che non sono in un altro pianeta o in un altro continente, ma sono invece confinanti o molto vicini a noi. Ci riferiamo a Francia e Spagna ultimamente, ma anche ad altri tipo la Grecia nei mesi scorsi. In questi paesi lo sciopero generale è un'arma vera, che non viene trattato come un gesto simbolico e basta.
Lo sciopero della settimana scorsa in Spagna ha fermato il paese e messo sottosopra le città, ed è stato proclamato da tutti i sindacati, dai più moderati ai più radicali. In Francia sono andati oltre, fermando tutte le raffinerie, le ferrovie e gli aeroporti e arrivando con le altre due giornate di sciopero proclamate ieri (vedi notizia in fondo) a quota 8 scioperi generali nel giro di 20 giorni contro la riforma delle pensioni. A guidare la protesta il Cgt (praticamente l'equivalente della nostra Cgil).
Per dare la misura dell'approccio della Cgil in Italia basta invece questa frase pronunciata da Epifani nel comizio alla manifestazione della Fiom di sabato scorso: "in assenza di risposte, continueremo la nostra iniziativa anche con lo sciopero generale. È una delle armi che può essere utilizzata, anche se non l’unica». «Lo sciopero – ha aggiunto – è un grande sacrificio, lo dobbiamo preparare per bene, portando tutto il mondo del lavoro con le giuste proposte".
Capite? "Una delle armi anche se non l'unica", "Un grande sacrificio". Queste sono le parole d'ordine nei confronti dello sciopero espresse dal leader del più grande sindacato italiano, tacciato addirittura di estremismo dai padroni e dai governi nel nauseante gioco delle parti a cui non dovrebbe credere più nessuno.
Ovvio che con queste condizioni di partenza in Italia vengano fuori scioperi generali di un giorno che diventano utili solo alla riproduzione degli apparati di queste macchine da soldi che sono i sindacati concertativi. Scioperi con belle manifestazioni ma che fanno il solletico al governo, che infatti se la ride mentre guarda gli altri paesi paralizzati da un conflitto sociale che incide veramente ed efficacemente sulla realtà. Il dramma è che la Cgil si giustifica delle sue posizioni moderate (volte a garantire sempre che le produzioni non vengano fermate per troppo tempo) affermando che in Italia non c'è la cultura per imbastire lotte di lunga durata. Ma chi è che dovrebbe plasmarla la cultura sindacale del nostro paese se non proprio il sindacato di massa per eccellenza con i suoi milioni di iscritti? Un circolo vizioso in cui la Cgil si autococcola mantenendo la propria posizione di sindacato che combatte per finta ma che si vede dipingere dal governo come un sindacato che combatte davvero... Ti piace vincere facile?

La lotta non è un pranzo di gala, se non ti poni il problema di preoccupare realmente il tuo avversario il massimo che puoi fare è uno sciopero una tantum all'anno con sfilate colorate e tante belle parole.

Per Senza Soste, Franco Lucenti

22 ottobre 2010

http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/nazionale/news-dettaglio/3858649

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