venerdì 16 luglio 2010

In piazza al fianco dei "sabotatori" Fiat. Scioperi contro la disciplina di Marchionne


"Sabotatori", così li ha definiti il presidente di Confindustria Marcegaglia i 3 operai di Melfi licenziati da casa Fiat... sabotare e rovesciare, essenza del conflitto operaio, non riconducibile sotto la cappa della compatibilità familiare e corporativa...

La signora Marcegaglia così come il Marchionne hanno fatti i conti senza l'oste! La loro sconfitta a Pomigliano (ottenuta in combutta con tutta una sfilza di servili accompagnatori!), preceduta da un'operazione forzosa e ricattevole, si spera debba essere ancora tutta pagata. Qualcosa si è mosso e visto, e seppur nell'impossibilità di prevedere qualsivoglia scenario, è chiaro che la reazione operaia è presente. Dal ricatto alla rappresaglia, questo il piano dell'amministratore delegato Marchionne: dopo il tentativo fatto con il referendum di Pomigliano d'Arco, dinnanzi a risultati sconfortanti, si è scelta la via dell'imposizione per mezzo di minacce e repressione... "il piano a Pomigliano sarà applicato" è stato detto, dopo giorni di emblematico silenzio post-voto, poi la distribuzione delle prime punizioni, 3 licenziamenti a Melfi e 1 a Mirafiori... oggi torna quanto mai utile riprendere quanto si diceva a caldo subito dopo "l'annuncio" di Casa Fiat sul progetto Pomigliano: le fabbriche senza operai restano ferme!

La Fiom ha dichiarato per quest'oggi 4 ore di sciopero negli stabilimenti del Lingotto, 8 a Melfi. Braccia incrociate per rispondere alla repressione aziendale, per respingere i licenziamenti di Melfi e Torino. Ritiro dei licenziamenti, ripresa delle trattative sul salario. Solidarietà ai "sabotatori" licenziati Giovanni Barozzino Antonio Lamorte e Marco Pignatelli (operai Melfi), e a Pino Capozzi (impiegato Mirafiori).

Melfi. I 3 operai di Melfi sono scesi quest'oggi dalla Porta Venosina, sulla quale erano saliti due giorni fa per contestare i loro licenziamenti. Sono scesi dopo che uno di loro ha avuto un malore per il forte caldo così come per la tensione accumulata. Meglio continuare a resistere combattendo! Significativo è stato l'appoggio e la solidarietà ricevuta da compagni e parenti, che li hanno rifocillati con acqua e cibo. Sono scesi dopo che il corteo operaio partito dallo stabilimento di Melfi ha attraversato il centro storico della città e raggiunto la Porta Venosina, con gli altoparlanti che rimbombavano il "Siamo con voi, non mollate" dell'oltre un migliaio di persone scese in piazza.

Torino. Ancora in piazza gli operai Fiat del torinese, scioperando contro i provvedimenti del Lingotto così come per la pretesa del pagamento del premio di risultato ancora non corrisposto. Lo sciopero proclamato dalla Fiom ha coinvolto gli addetti di Powertrain (ex Meccaniche) e delle Carrozzerie: dopo un corteo interno gli operai sono usciti dallo stabilimento e si sono diretti in piazza Cattaneo. Stessa iniziata è stata proclamata alla Magneti sospensioni di Rivalta. Nuovamente alte le adesioni.

Rho. Protesta anche a Rho, nel milanese: diverse centinaia di lavoratori dell'Iveco di Pregnana Milanese si sono mossi in corteo dalla stazione ferrovieria fin sotto il comune. Rho è stata scelta come sede dell'iniziativa milanese perché, nel territorio, le politiche Fiat hanno portato a mesi di cassa integrazione per gli operai dell'Iveco e alla chiusura dell'Alfa Romeo di Arese.

Una giornata di sciopero riuscita, gli stabilimenti Fiat hanno risposto, nella fucina di una reazione operaia non scontata o immaginabile, figlia della turbolenza creata dalla questione Pomigliano, quindi della prepotenza ostentata da casa Fiat, sperando che questa gli venga tutta rigirata contro, non per riportare pacificazione (Epifani docet) ma per ricostruire forza d'opposizione.

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