lunedì 2 agosto 2010

Bologna: in piazza dopo trent'anni dalla strage fascista


Tremila persone in corteo oggi, nel trentesimo anniversario della strage alla stazione di Bologna. Partiti, sindacati, esponenti della società civile, associazioni dei parenti delle vittime delle stragi, spazi sociali e collettivi, diversi soggetti del mondo politico e sociale della città, si sono dati appuntamento in piazza Maggiore per raggiungere la stazione.

Una commemorazione, quella di quest'anno, che ha visto parecchie polemiche svilupparsi nei giorni precedenti. Nessuno esponente del governo infatti si è presentato sul palco montato in Piazza Medaglie d'Oro, antistante la stazione, nè in altri momenti ufficiali di commemorazione.

"Ci fischiate e non veniamo" è stata la posizione del governo, espressosi tramite il ministro La Russa, facendo riferimento alle numerose contestazioni avvenute negli anni precedenti.
Contestazioni inevitabili in una città, lacerata da una ferita che ha provocato 85 morti, che rivendica verità e giustizia, che non accetta che venga calpestata la propria memoria antifascista e che rifiuta le diverse e fantasiose piste che mettono in ballo scoppi di caldaie, trame libiche o palestinesi. Una città che negli anni passati non ha voluto ascoltare le voci ipocrite dei mandanti di questa strage, di coloro che grazie a questa e altre stragi hanno rafforzato le loro posizioni di potere.

Un'assenza, quella del governo, molto comoda per lasciar cadere nel vuoto, ancora una volta, le richieste di togliere il segreto di stato sulla strage, avanzate dai parenti delle vittime.

E' proprio Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione Parenti delle Vittime che, dal palco di piazza Medaglie d'Oro, si scaglia contro " i mandanti e gli ispiratori politici della strage", contro le logiche di potere che lavorano per mantenere nascosta la verità, intessendo rapporti solidi con coloro che sono stati condannati come gli esecutori materiali della strage.
E' con vero disgusto infatti che Bolognesi ricorda come Emma Bonino ha voluto i fascisti Mambro e Fioravanti nel proprio comitato elettorale in Lazio.
Per non dimenticare poi i rapporti tra il senatore Di Girolamo e l'imprenditore neofascista Mokbel, che ha sostenuto economicamente Mambro e Fioravanti, favorendo la loro scarcerazione.

La piazza bolognese continua quindi a ricordare che la storia dei responsabili della strage fascista ha bisogno ancora di molte risposte, anche se i rappresentanti istituzionali vorrebbero ridurne la sua commemorazione alla mera celebrazione di una memoria pacificata.


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