lunedì 7 marzo 2011

PER UN 8 MARZO RESISTENTE!!


La RETE DONNE UMBRE AUTOCONVOCATE (Le De’genere-Terni; Sommosse-Perugia; Civiltà Laica-Terni; L'albero di Antonia-Orvieto) INVITA TUTTE LE COMPAGNE INTERESSATE ALL'INIZIATIVA ORGANIZZATA PER L'8 MARZO SOTTO LA SEDE DELLA REGIONE UMBRIA A PERUGIA, sulla libertà di scelta per le donne in materia di RU486 ed in generale sul grave USO POLITICO in atto DEI CORPI DELLE DONNE. Grazie
8 MARZO PRESIDIO delle DONNE sotto la sede della REGIONE UMBRIA. RU486: LIBERE DI SCEGLIERE! NO ALL'USO POLITICO DEI NOSTRI CORPI!

A distanza di più di trent’anni dalla vittoria del referendum che nel 1978 portò alla Legge 194 e sancì il diritto all’interruzione di gravidanza, come donne denunciamo l’attacco a questo diritto e ribadiamo che sul nostro corpo decidiamo noi e nessun altro.

L’8 Marzo organizziamo una giornata di lotta delle donne con una manifestazione sotto la sede della Regione Umbria, per ottenere l’uso della pillola abortiva RU486 senza ipocrite e pesanti limitazioni e come libera scelta alternativa all’aborto chirurgico. Infatti se il diritto all’interruzione di gravidanza è garantito dalle legge 194, dal referendum e dalle lotte delle donne, la sua realizzazione è sempre più ardua, quasi un “calvario” psicologico di espiazione e punizione con inaccettabili ed indecenti ostacoli burocratici, di matrice politica e clericale.

Negli ospedali pubblici l’opportunista presenza di “obiettori” e “obiettrici” impedisce a molte di scegliere liberamente e rafforza l’atteggiamento criminalizzante rispetto alla scelta di abortire, basti pensare che prima dell’interruzione di gravidanza si aspetta nel reparto maternità!

Oggi in tutta Europa le donne possono scegliere un intervento meno invasivo rispetto all’aborto chirurgico utilizzando la pillola abortiva RU486. In Italia questo non è possibile o è molto difficile. La pillola RU486 è stata bloccata per anni per le pressioni clericali, ora mille vincoli e ostacoli “burocratici” si frappongono al suo uso.

In Europa la pillola abortiva viene prescritta dal medico di base, senza passare in ospedale e il termine per l’assunzione della RU486 è fissato dalla 9° alla 24° settimana. In Italia sugli aspetti etici sembra esserci una “dittatura” vaticana, con l’appoggio di obbedienti e devoti politici di centro, destra e sinistra, alla faccia della laicità dello stato. Infatti l’assunzione è possibile solo entro la 7° settimana (mentre l’aborto è legale sino alla 12°!) e in molte regioni del Belpaese l’assunzione della RU486 è possibile solo con un ricovero ordinario di 3 giorni! Di fatto quindi non c’è un accesso libero alla RU486 nonostante il Consiglio Superiore di Sanità non abbia mai affermato che la pillola rappresenti un reale rischio per la vita della donna, né abbia mai obbligato le Regioni a deliberare per il regime di ricovero ordinario.

In Umbria continuano i balletti politici per ritardare la somministrazione e porre barriere burocratiche e formali per impedirne la diffusione. La Regione nel 2010 ha incaricato un “Comitato tecnico-scientifico”, formato da ginecologi e medici, della stesura del protocollo applicativo, che è stato presentato il 26 Luglio 2010 e che si è espresso per il day hospital. Dopo la presa d’atto della Regione due consiglieri della maggioranza, Smacchi e Barberini (PD), con il plauso dell’UDC, si sono opposti e hanno bloccato il regime di day hospital proponendo un ulteriore peggioramento: un anno di “sperimentazione” (sono oltre 20 anni che la RU si usa in Francia!) con tre giorni di ricovero ordinario obbligatorio! E’ un ulteriore uso politico del corpo delle donne! Il “pio” presidente del Consiglio regionale Brega, nella peggiore tradizione dei movimenti per la “vita”, ha affermato che «occorre evitare la banalizzazione di una questione estremamente delicata: assumere la pillola abortiva non è come prendere una pastiglia per il mal di testa, non si può correre il rischio di favorire un ricorso superficiale alla stessa». E la delibera? Ancora non esiste e regna sovrano il caos: le ASL più sensibili applicano la somministrazione grazie all’autonomia ma vengono puntualmente redarguite dalle pressioni dei movimenti cattolici e sono costrette al ricovero ordinario di tre giorni per via di direttive-minacce superiori.

E le donne? Noi riaffermiamo che la nostra libertà di scelta non è negoziabile


MARTEDI’ 8 MARZO ore 10,00 PRESIDIO di DONNE sotto la REGIONE Corso Vannucci, 96 PERUGIA

RETE DONNE UMBRE AUTOCONVOCATE:

Le De’genere-Terni; Sommosse-Perugia; Civiltà Laica-Terni; L'albero di Antonia-Orvieto

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